Giuseppe Loseggio

Tra ingegneria e creatività

GOOGLE ADS È LO STRUMENTO NUMERO 1 PER PROMUOVERSI ONLINE, CON POTENZIALITÀ IMPENSABILI RISPETTO AI MEDIA TRADIZIONALI. COMPLETO, ESATTO E (NON DA ULTIMO) DEMOCRATICO.

Fino a una decina di anni fa, non tutti potevano permettersi di fare pubblicità. Tra le varie alternative, le più efficaci erano sicuramente la tv, la stampa, la radio, le affissioni e le sponsorizzazioni: più efficaci, ma anche molto costose.

Per superare le barriere all’ingresso servivano budget molto elevati e solo le grandi aziende potevano permettersi un determinato livello di visibilità. Se pensiamo poi che anche una semplice campagna di volantinaggio locale poteva costare migliaia di euro, capiamo bene quanto difficile fosse crescere per un’attività piccola o nuova.

Poi è arrivato il web e tutto è cambiato. Non da un giorno all’altro, certo, ma con una velocità mai vista prima. Oggi chiunque, con un minimo di pratica e un budget ragionevole e proporzionato agli obiettivi, può raggiungere ottimi risultati, intercettando il proprio pubblico e migliorando vendite e brand awareness. Il tutto grazie a strumenti come Google ADS.

Si scrive “web”, si legge “Google”

Non è un mistero: il motore di ricerca più utilizzato al mondo è Google, di conseguenza è su Google che dovremo apparire se vogliamo essere trovati con più probabilità dal nostro pubblico. E lo strumento per fare pubblicità su Google si chiama Google ADS.
Si tratta di una piattaforma con cui è possibile creare annunci – di tipo solo testuale, con immagini o video – e pubblicarli sul web grazie ai servizi e alle opportunità offerte dalla “galassia” Google.

Qualche esempio? Uscire tra i primi risultati della ricerca, far apparire un banner all’interno delle pagine navigate dal nostro utente target, uno spot durante lo streaming di un video su YouTube, un annuncio in Gmail e molto altro.

Ovviamente, anche su Google ADS chi dispone di budget elevati partirà avvantaggiato. A differenza dei media tradizionali, però, sul web non vince il più ricco, ma il più veloce e il più abile con le parole.

A ognuno il suo budget

Uno dei vantaggi maggiori di Google ADS è la scalabilità del budget, che può essere assegnato, gestito e previsto con la massima precisione. In base alla disponibilità e agli obiettivi di business, è possibile pianificare le campagne partendo da importi ridotti e crescendo gradualmente.

Quanto investire? Non esiste un minimo consigliato, ma la pratica suggerisce che sotto i 15/20 euro al giorno non si può pensare di generare conversioni, mentre può essere un budget accettabile se parliamo di brand awareness o visualizzazioni di pagina.

Una volta impostato il budget giornaliero è possibile sapere immediatamente e in modo esatto quanto ci costerà raggiungere il nostro obiettivo.

Colpire il target

Rispetto ad altri strumenti web, Google ADS consente di profilare il pubblico in modo molto più preciso, offrendoci la possibilità di andare dritti al target e di intercettare una domanda consapevole, quella di chi volontariamente cerca qualcosa digitando una o più parole nella maschera di ricerca di Google.

Per farlo, avremo a disposizione diversi tipi di campagne: dalla rete ricerca, per apparire tra i risultati in evidenza, alla rete display, quella dei classici annunci che l’utente trova navigando le varie pagine web (ideale per remarketing e retargeting), fino alla più recente opzione Performance Max, che permette di gestire e canalizzare le risorse in un unico annuncio che sfrutta l’IA di Google.

Da dove iniziamo?

I motori di ricerca e l’intero web si reggono sulle parole. È dalle parole quindi che dobbiamo iniziare se vogliamo generare campagne performanti.

Definita la strategia (lead generation, vendite, page view, ecc.) bisogna trovare le keyword giuste da usare, cercando tra quelle più utilizzate nel settore, dai competitor e analizzando gli intenti di ricerca degli utenti.

Da questo dipende non solo la riuscita della campagna, ma anche l’entità del budget: per posizionarsi immediatamente in alto con le parole chiave più usate bisognerà ovviamente investire di più, mentre trovando parole o combinazioni di parole con meno concorrenza e ottimizzando attentamente tutti gli aspetti che compongono l’annuncio si potranno ottenere risultati soddisfacenti spendendo molto meno.

Tante ma buone

Scelte le keyword possiamo iniziare a dedicarci al copy degli annunci, partendo ovviamente dal titolo, che oltre a contenere le parole chiave dovrà essere coerente con il contenuto della pagina di atterraggio e capace di attirare l’interesse dell’utente rispondendo alle sue domande o necessità.

È possibile creare più campagne utilizzando keyword diverse, cambiando il testo o le immagini, così da testare diverse varianti al fine di capire quali combinazioni funzionano meglio e come distribuire il budget (ovviamente solo dopo una prima fase di avvio, che in genere dura 20 giorni).

Le possibilità sono tantissime e per sfruttarle tutte al meglio bisogna essere in grado di leggere i dati, di analizzare le performance delle singole parole chiave e di ottimizzare la strategia di comunicazione, così da affinare continuamente i messaggi rendendoli sempre più efficaci.

Tra SEO e ADS: l’esempio di brainstimulation.it

Bisogna poi calcolare che, sul lato pratico, ogni progetto può presentare delle criticità specifiche di cui non si era tenuto conto in fase di pianificazione, come nel caso di brainstimulation.it, centro avanzato per il trattamento psichiatrico e delle dipendenze tramite stimolazione transcranica profonda.

Al momento di creare delle campagne per promuovere il servizio di disintossicazione dalla cocaina, ci siamo trovati di fronte all’impossibilità di usare parole specifiche nel testo dell’annuncio, come “cocaina”, “stupefacenti”, “droghe” o “tossicodipendenza”, vietati da Google perché riferiti a un campo delicato come quello medico.

Così, abbiamo dovuto ricorrere a combinazioni di termini più generici, come per esempio “Trattamento rTMS da 20 giorni”, “Disintossicazione da sostanze”, “Combattere l’uso di sostanze”, “Come smettere con le sostanze”, “Trattamento senza farmaci” o “Trattamento senza ricovero”.

Siamo riusciti così a farci intendere dal nostro pubblico anche senza far uso di keyword esplicite negli asset dell’annuncio, presentando il servizio non come qualcosa di invasivo (come un ricovero in una clinica per la disintossicazione) ma come una soluzione rapida e smart, che può quindi essere gestita nella massima privacy.

Parallelamente alla creazione degli annunci, ci siamo dedicati all’ottimizzazione della pagina di atterraggio dell’annuncio, modificando il contenuto per renderlo coerente con l’annuncio stesso, sostituendo per esempio alcune ricorrenze del termine “cocaina” con “sostanze”, aggiungendo nuovi paragrafi, migliorando la struttura e inserendo call to action più efficaci.

Grazie a questo lavoro su due fronti, le campagne hanno iniziato a produrre un aumento significativo delle visualizzazioni di pagina e delle conversioni (tramite email, form o telefonate), a fronte di un budget relativamente contenuto.

La prova definitiva che sul web tutto dipende dalle parole e che se impariamo a usarle nel modo corretto – attraverso strumenti come Google ADS e seguendo le buone pratiche della SEO – possiamo raggiungere risultati eccezionali.

Google Ads Brainstimulation